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.: DA VEDERE
Chiesa di San Martino
  L'ingresso centrale è dotato di un portale ad arco poggiante su quattro colonne in stile corinzio; nella lunetta che le sovrasta trova posto un bassorilievo raffigurante il battesimo di S.Martino, mentre ai lati delle stesse sono collocate nelle rispettive nicchie le statue degli apostoli Pietro e Paolo. Sopra il portale è scolpito il rosone raffigurante la glori del santo ed ai lati di questo sono presenti le statue dei vescovi milanesi S.Ambrogio e S.Carlo Borromeo. L'altare maggiore, progettato dall'architetto Parrocchetti, è un'importante opera realizzata con marmi policromi ed una mensa poggiante su quattro colonne di marmo bianco, tra le quali si trova un bassorilievo di metallo raffigurante l'ultima cena. ed il ciborio, sormontato da una statua del Cristo risorto. Nel braccio sinistro del transetto si trova la cappella dedicata alla Madonna del Rosario progettata sempre dal Parrocchetti; l'altare fu realizzato in legno dall'artigiano Galli. Ai lati di questa cappella ve ne sono altre due, minori, dedicate a S. Francesco ed a S. Giuseppe. Nel braccio destro del transetto è situata la Cappella di Santa Crescenzia, opera del Parrocchetti; l'altare fu realizzato dall'artigiano Miramonti in legno dipinto, come pure l'urna contenente i resti della martire. Ai lati di questa cappella ve ne sono altre due, più piccole, dedicate al Sacro Cuore ed al Santo Crocifisso. Il complesso architettonico della basilica può dirsi completamente realizzato negli anni '60 del XX sec. con la realizzazione del pavimento marmoreo, con l'ampliamento dell'altare maggiore e con la collocazione della nuova mensa rivolta verso i fedeli. Tra i numerosi affreschi che arricchiscono la basilica, si ricordano quelli realizzati all'inizio del XX sec. dal prof. Valtorta e dai suoi discepoli. La cupola viene affrescata invece dal prof. Conconi di Como negli anni '60 con profeti maggiori e minori e con i quattro evangelisti. All'ingresso della basilica, una pregevole opera dell'artigiano Corneo supporta l'antico organo Prestinari, inaugurato nel 1860 e trasferito nella nuova basilica nel 1902. Santa Maria Assunta e monastero dei celestini
  La data di fondazione del Monastero di S. Maria Assunta dei Padri Celestini di Magento, non è riportata in alcun documento archivistico. La fondazione risalirebbe però al XIV sec. e due sono le notizie che lo fanno supporre: nel 1398 il Monastero è riportato tra le "domus" della Pieve di Corbetta come "Ecclesia Sanctae Mariae Celestinorum de Mazenta" e, sempre nel 1398, la chiesetta di S.Maria dei Celestini viene stimata in lire 20 e soldi 17. La costuzione del campanile, caratterizzato da una meridiana, risalirebbe invece alla fine del XV sec. La volta dell'unica navata, crollata in parte nel 1937 è stata rifatta negli anni 1938-1939; la facciata è del 1938. La chiesa di origine romanica presenta degli interni barocchi. La chiesa è famosa soprattutto per due tavole di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, datate 1501 e conservate nella terza cappella a sinistra, entrando. Fino a qualche anno fa queste tavole erano ritenute opere della scuola di Bernardino Luini, ma recenti studi ne hanno smentito la paternità assegnandola ad un Bergognone della piena maturità, accogliendo le ispirazioni leonardesche e bramantesche. Curiosamente l'artista ha lasciato sulla prima tavola un'impronta digitale che si nota vicino alla porta d'accesso interna al portico dello sfondo del "Cristo Flagellato".
Casa Crivelli Boisio Beretta
  Edificata nel XV sec. nel suo nucleo originario, è uno dei più significativi esempi di casa nobiliare di Magenta.
Palazzo Morandi
  Edificato nella seconda metà del XVIII sec., è costituito dal tipico schema a corte con una facciata barocca movimentata dalla presenza di finestre e balconi che danno sull'antistante Via Garibaldi.
Casa Giacobbe
  Le prime notizie della villa risalgono al 1664 quando l'edificio, già di proprietà della famiglia Borri di Corbetta, fu ipotecato a favore di Clara Pedra Borgazzi a garanzia dei numerosi debiti che Francesco Borri aveva contratto nei confronti della nobildonna milanese. Nel 1690 Maddalena Borri, erede di Francesco, cedeva definitivamente la proprietà a Carlo Domenico Borgazzi, figlio ed erede di Clara Petra, assieme ad altri beni al fine di estinguere il debito accumulato dal padre. La stima fatta dall'ingegnere collegiato di Milano Giuseppe Maria Ceriani, allegata all'atto notarile, contiene una lunga e minuziosa descrizione della villa. L'edificio si articolava su più corpi di fabbrica: un'antica parte della casa (non più esistente) si prospettava sull'attuale via 4 giugno con un portone d'ingresso dal quale avevano accesso le carrozze. Disposta su due piani, la costruzione comprendeva una legnaia ed un fienile collocati a destra del portone; una scala conduceva ai piani superiori dove si trovavano alcune camere. Un secondo corpo di fabbrica (l'attuale Casa Giacobbe), era posto perpendicolarmente ai locali d'ingresso secondo uno schema ad "L", caratterizzato al piano terra da un portico sul quale si apriva il salone principale della villa, caratterizzato da un bellissimo camino in pietra scolpita raffigurante il mito di Orfeo e lo stemma della casata dei Borri. A sinistra di questo si trovavano due sale adibite a cucina e lavanderia. Il piano superiore era occupato dalle camere. Un terzo corpo di fabbrica oggi distrutto accoglieva invece un torchio con una torretta che fungeva da colombaia. Nel 1723, in occasione del catasto voluto da Carlo VI, fu stesa la prima carta catastale di Magenta dove già risultava chiaramente la costruzione. Nel 1768 Giovanni Battista Borgazzi eredità la casa per poi passare qualche tempo dopo al ragioniere Filippo Viganò di Milano , che nel maggio del 1820 vendette tutti i suoi beni a Magenta, a Giovanni Andrea De Andrea, anch'egli residente in Milano. All'atto di vendita è legata una permuta dei beni eseguita dall'ingegner Paolo Bianchi nel 1818 Quartier generale austriaco durante la battaglia del 1859 venne assaltata dai franco - piemontesi nel tentativo di scuotere il comando avversario. Mentre tutta la villa è stata recentemente ristrutturata, la facciata sul giardino, conserva infatti ancora oggi i fori dei proiettili e delle cannonate dello scontro. L'interno è decorato con affreschi del pittore Giacomo Campi datati 1894 e riproducono scene allegoriche della Bbattaglia di Magenta. Ben conservata è anche la vicina casa del massaro con il torchio originale per la pigiatura del vino. La villa è oggi un museo dedicato alla battaglia. Nel 1833 il proprietario morì lasciando i suoi beni in eredità alle figlie e ad alcuni suoi nipoti; nelle successive ripartizioni la villa andò alla figlia Agostina De Andrea, sposata con l'avvocato Giovanni Giacobbe (padre), a cui risulta intestata la casa nel 1841.
Ossario e monumento alla Battaglia di Magenta
  Non lontano dalla linea ferroviaria Milano-Torino, si trova oggi un sacrario dedicato ai caduti della Battaglia di Magenta (1859). La struttura, costruita in un grande parco, è costituita da un massiccio obelisco del 1872, all'interno del quale si può vedere l'impianto di una cripta con migliaia di teschi ed ossa umane dei defunti sepolti lungo l'alzata della ferrovia dopo la battaglia, appartenenti a tutte le nazionalità coinvolte nello scontro (francesi, italiani, austriaci, ungheresi). Il complesso venne inaugurato nel 1904 da Vittorio Emanuele III assieme con la contigua statua bronzea dedicata al Generale Patrice de Mac-Mahon, vincitore dell'esercito austriaco e nominato Duca di Magenta da Napoleone III, realizzata nel 1895 da Luigi Secchi.
Teatro Lirico
  Inaugurato ufficialmente nel 1904 era un tempo considerato l'anticamera del teatro milanese de La Scala. All'inaugurazione intervenne anche il tenore Tamagno, primo Otello di Giuseppe Verdi, che ne calcò per primo il palcoscenico. Il soffitto è decorato con un grande affresco di Giacomo Campi datato 1894 che rappresenta la visita di Arrigo VII a Magenta (fatto storico realmente accaduto nel 1310), sopra il quale si staglia un insieme armonico di nuvole, putti, poeti e l'esaltazione del teatro e delle manifestazioni artistiche ad esso collegate. Vi si distingue anche una rappresentazione della chiesa di Santa Maria Assunta, Dante Alighieri, Virgilio e un simpatico teatrino di marionette intitolato a Giuseppe Verdi. Il teatro è stato recentemente restaurato nel 2004, in occasione del centenario dell'inaugurazione, e riportato al suo antico splendore con la proposta di una interessante stagione teatrale da rinnovarsi ogni anno, che comprende concerti, opera, brani di operetta e varietà.